BENVENUTI

Benvenute e bevenuti su questa piccola isola, dove sono disseminati indizi e tracce.
A ognuno di noi, la scelta e l'impegno della scoperta che porta a un progetto, a una storia, a un evento, comune e allo stesso tempo personale.

Buon viaggio ai viaggiatori e ai curiosi della vita


STORIE DI LOG OUT

...O per meglio dire "siccome può accadere talvolta, che ciò che ci accade non accade solo a noi, forse vale la pena di scriverlo e farlo diventare patrimonio di tutti ."
Questo è un luogo per raccogliere le esperienze di quanti, forse,
si sono sentiti diversi in un mondo virtuale di omologati, decidendo di non poter pagare il dazio nè di voler cambiar nulla di ciò che per altri funziona bene così... ma semplicemente sentono possibile parlarne ... Speriamo di avere tra gli ospiti molti di voi abitanti ed ex abitanti del mondo virtuale che ci ha visti viaggiatori ignari e speranzosi di trovare la realizzazione di un sogno. Ci piacerebbe avere ospiti anche avatar di ''fama'' i quali sapranno parlarci della loro esperienza di immersione cosi totale. Vivere una vita virtuale costa tempo.

QUESTO BLOG E' STATO CREATO IL 1 MAGGIO 2010

Per pubblicare la storia, anche anonima, del vostro log out o del vostro stay-in o in-and-out scriveteci qui:

secondlifevsreallife@gmail.com




mercoledì 2 giugno 2010

Comunicare con amici reali e virtuali - dal sito OPSONLINE forum

Rifugiarsi nel mondo virtuale aiuta sicuramente ad aprirsi, confrontarsi, condividere ed io lo trovo un espediente utile, che arricchisce, aiuta, fa sentire meno soli.
Io ho imparato una cosa, con il tempo. Non è che non si possa essere sinceri, è che non sempre si trovano persone disponibili a quel tipo di apertura; e questo ci fa tentennare. Non a caso, sostenevi di aver subito delle delusioni, ma forse, se ci fosse stato qualcuno disposto a ricambiare l'apertura cui sei naturalmente predisposta: ti saresti aperta. E certamente ci sono delle motivazioni a tutto questo (come al solito, con eccezioni al seguito). Io credo - al di là del fatto che si può anche essere riservati - che buona parte delle persone non lo facciano per riservatezza, ma perché hanno qualcosa da nascondere. Prima a se stessi e poi anche agli altri; molto spesso queste persone si pongono dei limiti, delle barriere, delle costrizioni enormi: per difendersi. Le motivazioni della difesa poi, possono variare di caso in caso. Ma credo che alla base vi sia un singolarissimo bisogno di protezione; ma attenzione, non soltanto di protezione materiale, ma soprattutto di "protezione della propria immagine". Proprio perché, come dicevi, si cerca di fare bella figura a costo di non essere se stessi. Dunque bisogna proteggere l'immagine che nella realtà portiamo avanti, che non corrisponde - come nel caso che riportavi - all'immagine che Liberiamo online. Quasi come se la bontà di ognuno fosse direttamente proporzionale all'allontanamento dalla propria immagine.

Come se essere diversi da quello che siamo realmente, ci desse garanzia di essere migliori; e quale sarebbe il metro?
In base a quale criterio possiamo stabilire, dal nostro angolo cieco, di essere migliori in un modo differente da quel che siamo?

Io credo che non esista questo metro ma che sia illusorio; e cioè, le persone continueranno ad essere imperfette, che siano se stesse o che fingano d'essere qualcuno di diverso; dunque, tantovale essere se stessi. Almeno si è liberi di respirare e muoversi con disinvoltura. E di sorride, senza temere che qualcuno possa vederci e mettere in discussione la nostra serietà: per un sorriso. Probabilmente tu riesci a farlo, probabilmente ci riesco anche io. Ma quanti, di quelli che conducono un'esistenza doppia, possono farlo veramente? Io mi domando se, addirittura, l'abbiano provato mai (ma chiaramente sto esagerando).

E poi metti la soddisfazione che può derivare dall'autenticità di una cosa fatta bene, e che ti appartiene fino in fondo: non ha prezzo. Ci aiuta a capire come siamo fatti, ad osservare i nostri difetti, i nostri pregi, a migliorare e a lavorare sulle nostre debolezze; a smussare gli angoli aguzzi della nostra personalità [ma questi angoli aguzzi devono essere tirati fuori per essere smussati, perché finché li nascondiamo, nessuno verrà a dirci che quell'angolo è ingombrante, e tantomeno lo vedremo noi]. Ora, non vorrei tirare in ballo discorsi triti e ritriti, ma che i tempi sono cambiati lo vediamo tutti. Persino guardarsi negli occhi è diventato faticoso; però una cosa bella c'è. Quando incontro qualcuno in grado di sostenere uno sguardo lo noto subito: e questo è molto bello. In ultimo, oserei un'ipotesi: credo che tutto questo disagio e questa angoscia di scappare e di nascondersi abbiano una matrice unica: la paura.

"Credevamo che nella modernità saremmo riusciti a lasciarci alle spalle le paure che avevano pervaso la vita in passato; credevamo che saremmo stati in grado di prendere il controllo della nostra esistenza. Noi, uomini e donne che abitiamo la parte sviluppata del mondo (la più ricca, la più modernizzata), siamo oggettivamente le persone più al sicuro nella storia dell'umanità. Lo siamo contro le forze della natura, contro la debolezza congenita del nostro corpo, contro le aggressioni esterne. Eppure proprio noi che godiamo si sicurezza e comfort senza precedenti, viviamo in uno stato di costante allarme. [...] Quella più temibile è la paura diffusa, sparsa, indistinta, libera, disancorata, fluttuante, priva di un indirizzo o di una causa chiari; la paura che ci perseguita senza una ragione, la minaccia che dovremmo temere e che si intravede ovunque, ma non si mostra mai chiaramente. Paura è il nome che diamo alla nostra incertezza, alla nostra ignoranza della minaccia, o di ciò che c'è da fare." [Paura Liquida, Bauman]


La morale è che dovremmo combattere contro noi stessi, e a quel punto, forse, la smetteremmo di difenderci dagli altri.

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